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Il successo di un’azienda sta nei suoi prodotti, nella sua capacità di saper fare impresa, ma è bene tener conto anche di un dato fondamentale: i consumi. Si sa che ogni tipo di lavorazione necessita di una certa quantità di energia elettrica che, molte volte, viene sprecata. Ecco perché è importante prestare sempre attenzione all’efficienza degli impianti.
Un’azienda che consuma la giusta quantità di elettricità è in grado di reinvestire il denaro risparmiato in altre risorse, quindi, può puntare alla crescita nel mercato e differenziarsi. Questo tipo di mentalità rientra nel concetto di industria 4.0, cioè, una vera e propria rivoluzione del concetto di fabbrica.
Questa nuova concezione di impresa si basa su un nuovo modo di produrre, comunicare e vendere. Si avvale sempre di più di nuove tecnologie, a volte anche sperimentali, utilizza big data e crea maggiore sinergia tra la macchina e l’uomo. Il risultato è un mondo imprenditoriale del tutto innovativo e smart.
Ma come si può aderire al progetto Industria 4.0? Sicuramente puntando tutto sull’efficienza energetica e il resto verrà da sé. Grazie a questa possibilità si può toccare la vetta del successo e trasformare una semplice azienda in qualcosa di molto più grande e incisivo per il mercato.
Prima di spiegare come effettuare questo passaggio verso il futuro, è bene comprendere quali sono i punti su cui bisogna focalizzarsi, quali sono i dati di cui tener conto e come migliorare le previsioni di produzione.
Perché l’Italia è indietro sul settore energetico?
I dati Eurostat del 2019 confermano che l’Italia è uno dei paesi in cui l’energia elettrica costa troppo. A farne le spese, ovviamente, sono i grandi fruitori, cioè, le piccole e medie imprese. Si conta, infatti, che dal 2008 fino al 2019, i prezzi sono aumentati a dismisura e a fare la loro parte non sono i costi vivi, bensì le tasse. Ma perché succede questo?
In Italia non vi sono centrali che producono direttamente energia, quindi, si è costretti ad importarla. Ogni passaggio che si percorre fino alla bolletta, determina un inevitabile innalzamento dei prezzi del prodotto finito, provocando una reazione di sfiducia anche tra i consumatori e gli esportatori. Il risultato, come si può capire, va a determinare la chiusura verso l’estero poiché i costi sono troppo alti.
La situazione relativa ai prezzi, però, non è uguale ovunque. I nostri vicini europei beneficiano di tariffe energetiche più basse. Un esempio? Francia, Belgio, Danimarca e Svezia, godono di prezzi maggiormente convenienti, quindi, fare impresa significa lavorare con maggiore serenità.
A peggiorare la situazione italiana è stata anche la pandemia da Coronavirus. Le aziende che sono state costrette a fermarsi ora devono ripartire, per farlo necessitano di investimenti maggiori, quindi, le bollette elettriche diventano un vero e proprio ostacolo per l’effettiva ripresa che comporterà ulteriori sacrifici nel medio e lungo periodo.
Come rendere efficiente l’impresa?
Per poter rimediare a questa situazione è importante creare una exit strategy da questo circolo vizioso. Una soluzione efficace viene dettata proprio dalla legge.
Da qualche anno si parla sempre più spesso di audit energetico: un sistema in grado di monitorare gli impianti elettrici delle aziende, rilevare ogni tipo di anomalia, tracciare i consumi e fornire dati attendibili su cui lavorare.
L’audit energetico è stato istituito dall’Unione Europea e grazie a questo è possibile comprendere in quale parte del processo produttivo si verifica la perdita. Questo, infatti, segue tutte le fasi che portano al prodotto finito, quindi, dall’approvvigionamento della materia prima fino al trasporto del prodotto finito. Il risultato è un quadro globale dell’impresa, degli impianti e dei consumi.
L’audit energetico, però, può essere molto di più, può fornire soluzioni volte a migliorare determinati aspetti del processo produttivo che va in affanno. Molto spesso questo accade sugli impianti ad aria compressa che, con il tempo, non riescono a rendere al massimo. Localizzare il problema grazie a questa procedura non è mai stato così semplice.
L’audit energetico è stato introdotto, in passato, solo per alcune categorie d’impresa, ma nel corso di questi anni è diventato obbligatorio proprio per tutti, grandi e piccole unità produttive. A dirlo è la direttiva Ue 2018/2002 e le successive modifiche. È stato stabilito che per promuovere il miglioramento dell’efficienza energetica e, quindi, accedere all’obiettivo nazionale del risparmio, è importante procedere, prima di tutto, alla diagnosi energetica.
Per poter promuovere l’attività delle piccole e medie imprese, a questa norma si aggiungono sempre più bandi pubblici che prevedono dei finanziamenti agevolati volti a conseguire migliorie sui sistemi di gestione dell’energia, oppure, utili per poter convertire l’impianto e utilizzare fonti rinnovabili. Il sistema di riferimento è l’ISO 50001 ed è applicabile proprio per ogni settore produttivo.
Come concretizzare l’obiettivo di efficientamento
Il Decreto Legislativo 102 del 2014 viene aggiornato con la nuova direttiva europea 2018/2022, dove vengono esplicati tutti gli obblighi energetici da seguire e gli obiettivi da raggiungere. Quindi è importante, da ottobre 2020, aggiornare i contatori e sotto-contatori, rendendoli leggibili da remoto, realizzare un sistema informatico in grado di gestire i progetti e ridefinire gli obiettivi di risparmio. Per fare ciò si incentivano sempre di più gli investimenti in risorse rinnovabili e vengono fornite opportunità di finanziamenti utili a realizzare progetti di efficientamento energetico.
Efficienza energetica: la consapevolezza è il primo passo verso il successo
Ogni impianto industriale necessita di poter dare il massimo durante la vita. Ecco perché è importante dotarsi di un sistema di monitoraggio costante, in grado di rilevare i consumi e il funzionamento su un periodo ben definito. Se si tratta di impianti ad aria compressa l’attenzione è maggiore, ecco perché l’audit energetico è la risposta a ogni dubbio circa il risparmio energetico.
Un impianto ben avviato e in grado di non produrre sprechi, è una risorsa economica per l’azienda. Infatti, così sarà più semplice trovarsi a conseguire maggiori risultati anche dal punto di vista economico.
Il mio obiettivo come consulente di salvaguardia energetica è quello di informare in primis il cliente sugli aspetti normativi, tecnici e commerciali e successivamente di proporre una o più soluzioni che hanno come target il risparmio sui costi totali di gestione dell’impianto.
Il mio servizio di audit energetico, in conformità alla normativa ISO 50001, è mirato a definire il rendimento degli impianti, per stabilire l’entità delle perdite e calcolare la spesa per m³ di aria compressa. Il fine ultimo è quello di ottenere un risparmio significativo sui costi di gestione mediante azioni correttive.
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